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Cellulare alla guida, no del governo alla linea dura

Cellulare alla guida, no del governo alla linea dura

Utilizzare il cellulare alla guida può essere certamente pericoloso sia per se stessi sia per gli altri automobilisti, ma sono ancora tantissimi ad avere questo comportamento senza tenere in considerazione le possibili conseguenze. Anche il governo ha ora deciso di intervenire sulla questione modificando l’articolo 173 del Codice della Strada, che disciplina questo aspetto. Della linea dura annunciata qualche mese fa, che ipotizzava addirittura il ritiro della patente per i più indisciplinati, non c’è però traccia. L’appello lanciato dalla polizia stradale, testimone di moltissimi incidenti causati da questo modo di agire, è rimasto quindi inascoltato.

Cellulare alla guida: salta la linea dura

Sono ancora tantissimi gli incidenti provocati dall’utilizzo del cellulare alla guida, uno dei principali motivi di distrazione tra gli automobilisti. A testimoniarlo in maniera schiacciante sono i numeri delle contestazioni di polizia e carabinieri: 32.373 contro le 27.415 dei primi sei mesi del 2016. Un incremento quindi del 18,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Il capo della polizia stradale, Giuseppe Bisogno, solo pochi giorni fa aveva sottolineato quanto fosse necessario ottenere il ritiro della patente di guida fin dalla prima infrazione, con una sospensione da un minimo di 15 giorni a un massimo di 2 mesi“.

Un’idea che, fino a qualche mese fa, sembrava avere anche il governo. Nei fatti, però, questo non accadrà. Il provvedimento in parola all’articolo 11 si limita infatti a modificare l’art. 173 del CdS,  prevedendo solo il raddoppio del periodo di sospensione della patente (prima previsto da 1 a 3 mesi) portandolo da 2 a 6 mesi, me sempre alla seconda violazione nei due anni, col raddoppio dei punti prelevati da 5 a 10.

Un appello lasciato cadere nel vuoto

Le richieste della polizia stradale e delle tantissime associazioni a tutela delle vittime della strada si sono rivelate quindi inutili.

Tra i più insoddisfatti c’è l’Asaps, la Fondazione per la Sicurezza Stradale: “Francamente consideriamo la modifica assolutamente insufficiente anzi inutile. La proposta di cui si era discusso nel dibattito primaverile in concomitanza con il compleanno della legge sull’Omicidio stradale e con un peggioramento della sinistrosità mortale nei primi mesi del 2017, era chiara e ben illustrata da Riccardo Nencini vice ministro ai Trasporti in vari interventi pubblici e condivisa e sollecitata  con forza dal direttore del  Servizio Polizia Stradale Giuseppe Bisogno. Inutile dire che l’ASAPS l’ha sostenuta con grande convinzione visto che l’aveva proposta già dal settembre del 2015“.

Il nuovo provvedimento difficilmente spingerà gli automobilisti a essere più corretti: “Il dilagante utilizzo del cellulare alla guida sia in fonia che in messaggistica  e navigazione sul web, che produce una ciclopica  forza distrattiva  – ha detto il presidente dell’Asaps, Giordano Biserni –. La sospensione solo alla seconda violazione non produrrà effetti concreti. Facciamo un appello ai parlamentari per un ripensamento“.