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Il semaforo rosso che dura da quasi trent’anni

Il semaforo rosso che dura da quasi trent’anni

Quella curiosità che non ti aspetti: e a chi non piace aspettare in senso stretto, allora, il consiglio è quello di non andare a Dresda, nel cuore della Sassonia, dove la spia di un semaforo è rossa da quasi trent’anni. Il semaforo, nel dettaglio, è posizionato in un incrocio a sud del fiume Elba che costeggia la città, rosso fin dal 1987 quando ancora la Germania era attraversata dalla guerra fredda e dal muro di Berlino. In prossimità del segnale luminoso s’incrociano quattro strade: la Ziegelstrasse, la Gerokstrasse, la Gerokstrasse, la Güntzstrasse e la Sachsenallee.

L’enigma

A rendere più confusa la nostra storia un segnale analogico apposto al fianco del semaforo, cioè una cartello blu con freccia a destra, che sancisce l’obbligo di svoltare in quella direzione, unica strada peraltro percorribile. Viene dunque da chiedersi a cosa serva effettivamente il semaforo nella sua perenne indicazione di stop. Ebbene quel che a primo sguardo sembra un ingenuo guasto tecnico nasconde in realtà una scelta assunta dall’amministrazione comunale cittadina.

Un semaforo da 150mila euro

Stando a The Local, nel 2015 un portavoce delle autorità competenti avrebbe dichiarato che il regolamento amministrativo gestisce un piano normativo preciso nei riguardi di traffico e segnali luminosi. “Dato che la luce verde significa che i veicoli possono essere liberi di procedere, tutte le altre in contrasto con essa devono essere rosse. Tra queste c’è anche quella della Ziegelstrasse”, si legge nel comunicato. “La luce rossa segnala lo stop all’incrocio. Dopo il suo arresto, al veicolo è permesso svoltare a destra, se vi è un segnale con una freccia verde su sfondo nero. Siccome sulla Ziegelstrasse è consentito solo girare a destra, in conformità al regolamento 27 della sezione 37, possiamo fare a meno della luce verde del semaforo”. Stando a speculazioni meramente economiche, si stima che la manutenzione del semaforo, tra elettricità e guasti, ammonti a circa 150mila euro dal 1987.