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Marchionne, la lettera di Grande Stevens rivela: “Era incapace di sottrarsi al fumo continuo”

Marchionne, la lettera di Grande Stevens rivela: “Era incapace di sottrarsi al fumo continuo”

Dalla notizia del repentino cambio ai vertici di FCA avvenuto sabato, l’avvicendarsi di aggiornamenti sulle condizioni di salute di Sergio Marchionne non sembrano promettere nulla di buono. Giornali, media, ma anche conoscenti e amici hanno già cominciato a usare il tempo passato per riferirsi all’ex amministratore delegato italiano. Da una parte, il silenzio stampa proveniente dalla riservatissima clinica privata di Zurigo in cui Marchionne è ricoverato. Dall’altra, le parole luttuose di Elkann ai dipendenti di FCA. In queste angoscianti ore, tutto sembra avere il retrogusto amaro dell’addio.

Dopo aver appreso le improvvise “condizioni irreversibili” e critiche del manager, in molti si sono chiesti cosa stia accadendo. A rivelare un elemento in più, forse fondamentale, è Franzo Grande Stevens.

La lettera di Grande Stevens: “Il dolore per la sua malattia è indicibile”

Il celebre legale della famiglia Agnelli, in una lettera pubblicata dal Corriere della Sera, svela il fortissimo legame con Sergio Marchionne ma anche il suo tremendo sospetto alla notizia del suo ricovero. “Quando dalla tv di Londra appresi il giovedì sera che egli era stato ricoverato a Zurigo, pensai purtroppo che fosse in pericolo di vita – scrive Grande Stevens – Perché conoscevo la sua incapacità di sottrarsi al fumo continuo delle sigarette. Tuttavia, quando seppi che era soltanto un intervento alla spalla, sperai. Invece, come temevo, da Zurigo ebbi la conferma che i suoi polmoni erano stati aggrediti e capii che era vicino alla fine“. La parole del famoso avvocato lasciano quindi intendere che a complicare il quadro clinico dell’ex amministratore delegato potrebbe essere un aggressivo tumore ai polmoni, forse in stadio avanzato.

Franzo Grande Stevens parla sommessamente a Sergio Marchionne (Foto Libero)

Grande Stevens non si trattiene, descrivendo il suo rapporto con Marchionne: “Gabetti ed io avremmo potuto considerarlo per la nostra età un figlio (il mio primo ha soltanto quattro anni di meno) e invece divenne un nostro fratello, che ci consultava e ci insegnava che cosa vuol dire occuparsi del successo di una grande azienda“. Poi ricorda: “Quando conobbi Marchionne gli citai per caso, nel nostro colloquio, un filosofo e mi accorsi che egli conosceva benissimo la filosofia a cominciare da Voltaire e Machiavelli: e gli consigliava perciò il ‘senso della disciplina‘ e la consapevolezza dell’’importanza della cultura’. La prima gli veniva dall’infanzia che fu difficile. Da ragazzino, dopo la scomparsa del padre maresciallo dei carabinieri, con la mamma emigrò da Chieti negli Abruzzi a Toronto in Canada, presso una zia che commerciava in dettaglio ortofrutticoli. Un trasferimento affatto facile per lui. Imparò così il rigore e capì il binomio disciplina-cultura. Sergio è un uomo che sarebbe piaciuto a Giovanni Agnelli, che da sabaudo illuminato aveva dimostrato sempre grande interesse per gli intellettuali e per i sofisticati meccanismi finanziari dedicando del tempo ad affrontare tematiche di cultura illuministica e storica. Giovanni Agnelli ne avrebbe apprezzato la ‘unicità“.

Marchionne, le dediche e i ricordi di chi l’ha conosciuto

A stringersi attorno alla famiglia di Marchionne spuntano anche nomi illustri della politica. Uno dei primi è Silvio Berlusconi che ha commentato così le, a quanto pare, terribili condizioni di salute dell’ex CEO di FCA: “La sua è una bella storia italiana: la storia del figlio di un maresciallo dei carabinieri – da cui eredita il senso del dovere, della disciplina, della serietà – costretto ad emigrare, che ha saputo far onore al suo Paese con lo studio e con il lavoro fino a diventare uno dei simboli del genio italiano nel mondo. In questo momento difficile mi stringo a lui e ai suoi familiari con vero affetto“.

Berlusconi con Marchionne (Foto Il Corriere della Sera)

A ruota anche Matteo Salvini che, più asciutto,  scrive: “Un pensiero di riconoscenza, rispetto e augurio a Sergio Marchionne e alla sua famiglia”. Matteo Renzi, dal canto suo, dedica a Marchionne un intero e commosso post sul suo profilo Facebook. Tra tante parole di stima e affetto, stona l’attacco del Presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, che punta il dito contro gli errori del manager.