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Dieselgate, lo scandalo si allarga: spunta il nome di Mercedes

Dieselgate, lo scandalo si allarga: spunta il nome di Mercedes

Non sembra spegnersi l’eco provocata dallo scandalo Dieselgate in cui nei mesi scorsi è rimasto coinvolto il Gruppo Volkswagen, colpevole di avere truccato le emissioni dei motori diesel. A lanciare l’allarme questa volta è il Bild am Sonntag, che mette in evidenza un esito decisamente sconcertante emerso da un’indagine svolta dagli investigatori USA. Secondo gli addetti anche Mercedes avrebbe usufruito di un programma informatico utilizzato per “truccare” i test relativi alle emissioni.

Si allarga lo scandalo Dieselgate

Non solo il Gruppo Volkswagen, ma anche Mercedes avrebbe tenuto un comportamento scorretto e poco trasparente nei confronti dei propri clienti. L’azienda tedesca, secondo quanto riporta il tabloid locale Bild am Sonntag, avrebbe infatti utilizzato un software grazie al quale sarebbe riuscita a superare i test statunitensi sui livelli delle emissioni.

A mettere in evidenza questo scenario sarebbe stata un’indagine portata avanti da un gruppo di investigatori USA, in cui viene messo in evidenza il modo di procedere che sarebbe stato utilizzato dalla casa automobilistica. In base ai documenti in possesso del giornale, il programma informatico sarebbe stato in grado di disattivare il sistema di controllo sulle emissioni dopo 26 chilometri di marcia. Il sistema sarebbe inoltre dotato di una funzione che consente di capire se la vettura fosse stata testata in base alla velocità o all’accelerazione, adeguando di conseguenza le emissioni.

Non mancherebbero anche email inviate dai tecnici del colosso di Stoccarda, interessati a verificare se questo modo di agire fosse illegale.

Anche Mercedes sarebbe coinvolta nel Dieselgate (Foto: ANSA)

Conseguenze da non sottovalutare

Prontamente informata delle accuse lanciate dal giornale tedesco sul suo operato, Daimler ha provato a difendersi. Non è stato emesso, almeno per il momento, alcun comunicato ufficiale dalla casa automobilistica, ma fonti vicino all’azienda hanno rivelato alla Reuters la posizione dell’impresa teutonica: “Le autorità conoscono i documenti e nessun reclamo è stato presentato – ha detto un portavoce -. I documenti della Bild sono stati senza dubbio pubblicati in modo selettivo al fine di danneggiare Daimler e i suoi 290.000 dipendenti“.

L’auspicio quindi è che la situazione possa concludersi con un nulla di fatto. Proprio negli USA i clienti di ben 13 Stati hanno avviato una class action con l’obiettivo di ottenere un risarcimento per emissioni oltre i limiti. In questa fase c’è un aspetto che può comunque lasciare tranquilli i vertici dell’impresa: non è stata emessa ancora alcun avviso di reato.

 

 

Foto immagine in evidenza. LaStampa.it