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Cresce il numero dei dossi artificiali, ma sono sempre legali?

Cresce il numero dei dossi artificiali, ma sono sempre legali?

Preservare la sicurezza di chi circola sulle nostre strade è diventato ormai un obiettivo che si sta cercando di portare avanti in più direzioni. A muoversi attivamente in questo ambito sono innanzitutto le case automobilistiche, che inseriscono a bordo dei loro modelli (anche in quelli di piccole dimensioni) una serie di dispositivi che consentono di viaggiare in modo più tranquillo. Altrettanto importante è il ruolo svolto da elementi quali i dossi artificiali, uno strumento sempre più utilizzato sulle strade da molti Comuni.

Dossi artificiali, un fenomeno da regolare

Sono diversi gli strumenti utilizzati dagli amministrazioni comunali per invitare gli automobilisti a regolare la velocità. Gli autovelox rappresentano certamente uno dei dispositivi più conosciuti, ma non sono l’unico. Altrettanto numerosi sono infatti anche i dossi artificiali, che inducono obbligatoriamente chi è al volante a frenare.

Un’auto rallenta prima del dosso (Foto: Carrozzeriaformula2.it)

Ma quali caratteristiche devono avere questi dossi per essere definiti regolari? A spiegarlo chiaramente è l’articolo 179 del Codice della Strada. Questi devono essere inseriti solo su strade residenziali, nei parchi pubblici e privati e nei residence. È inoltre necessario che siano presegnalati. Le dimensioni da rispettare sono rigide: per limiti di velocità pari o inferiori a 50 km/h, larghezza non inferiore a 60 cm e altezza non superiore a 3 cm; per limiti di velocità pari o inferiori a 40 km/h, larghezza non inferiore a 90 cm e altezza non superiore a 5 cm; per limiti di velocità pari o inferiori a 30 km/h, larghezza non inferiore a 120 cm e altezza non superiore a 7 cm.

Nei primi due casi devono essere in gomma o in plastica, mentre nell’ultimo caso possono essere in conglomerato. Non possono però essere installate in aree che rappresentano un itinerario preferenziale per le ambulanze: questi mezzi, infatti, non devono ovviamente ridurre la loro velocità in caso di emergenza.

Un’ambulanza supera un dosso (Foto: Padova Oggi)

E il Ministero cosa ne pensa?

Ormai da diversi anni la diffusione dei dossi artificiali è avvenuta in modo quasi incontrollato. Con la “scusa” di invitare gli automobilisti a ridurre la velocità in alcuni tratti di strada questi strumenti sono stati installati in quantità decisamente superiore alla media. Il Ministero dei Trasporti ha così provato a disciplinare il cmportamento dei Comuni con la circolare numero 3.698 emessa nel 2001 nella speranza di intervenire in prima persona per diminuire questo modo di agire.

Qui sono state definite le aree stradali rialzate o attraversamenti pedonali rialzati come “i rialzi del piano viabile con rampe di raccordo (con pendenza, in genere, del 10%) in corrispondenza di aree da proteggere da elevate velocità o di attraversamenti pedonali. La lunghezza interessata dal rialzo supera in genere quella dei normali veicoli (10-12 m), in caso contrario vengono classificati come dossi. I quali, opportunamente intervallati, interessano l’intera larghezza della carreggiata, e riducono la velocità generando guida poco confortevole alle velocità superiori a quelle desiderate“.

La normativa è quindi certamente importante, ma altrettanto fondamentale deve essere la capacità delle amministrazioni comunicali di comprendere quando l’inserimento di un dosso sulla strada è effettivamente necessario. È quindi necessario che il dosso non costituisce un possibile pericolo per motociclisti e ciclisti, ma allo stesso tempo non possa rendere complessa la circolazione in caso di fenomeni quali nebbia e pioggia abbondante.

 

Foto immagine in evidenza: IVG.it