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Tassa sulle auto aziendali: parziale dietrofront del governo

Tassa sulle auto aziendali: parziale dietrofront del governo

La manovra fiscale 2020 non è stata ancora approvata in via definitiva, ma non per tutti sono in arrivo notizie positive. Il governo è al lavoro su alcune novità destinate a coinvolgere  le auto aziendali, con un incremento della tassa a loro legata che può passare dal 30 al 60% del valore del fringe benefit. Ma la stretta dovrebbe riguardare le vetture superinquinanti: in questo caso, l’aumento potrebbe essere del 100%. A sorpresa, nelle ultime ore sembra comunque profilarsi un parziale dietrofront da parte dell’esecutivo che potrebbe rinviare addirittura al 2021 l’applicazione della tassa. La Repubblica cita poi fonti interne al Ministero dell’Economia, secondo le quali da questa situazione dovrebbero essere escluse le vetture aziendali ad alimentazione 100% elettrica e ibrida. Un’ulteriore conferma della volontà, ormai diventata un imperativo per chi opera nel settore di privilegiare chi presta un’attenzione particolare all’ambiente.

Auto aziendali e legge di bilancio

Sventata l’ipotesi di un aumento dell’IVA che sembrava ormai prossimo, il governo sembrerebbe trovarsi alle prese con la valutazione di una serie di misure che possano permettere di incrementare le entrate. Ora che il provvedimento legato alle auto aziendali sembra essere destinato a modifiche, resta quindi da capire cosa la maggioranza abbia in mente.

Il dietrofront non può che fare felici dipendenti, aziende, società di noleggio e imprese attive nel settore automotive: complessivamente, secondo le stime, si parla del 40% delle nuove immatricolazioni.

La mancanza non sarebbe comunque rilevante: la Legge di Bilancio 2020, così come era stata pensata in un primo momento, avrebbe fatto confluire nelle casse statali 330 milioni di euro. Ma ancora la è tutto da stabilire.

Tutti i modelli saranno coinvolti

Per farci un’idea più precisa delle conseguenze che potrebbe portare il provvedimento è possibile fare qualche esempio. L’incremento, inevitabilmente, andrebbe quindi a colpire i modelli che hanno un livello di emissioni di Co2 più elevato, al di sopra della soglia dei 160 grammi/chilometro.

Come riporta il Corriere della sera, tra i modelli più colpiti sono da segnalare i suv e le macchine di grossa cilindrata, ma anche utilitarie. Non ci sarebbero quindi particolari distinzioni tra le case automobilistiche.

Foto in alto: Pixabay