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Hamilton beffardo: “I fischi mi hanno dato la carica”, Arrivabene: “Assumiamo piloti, non maggiordomi”

Hamilton beffardo: “I fischi mi hanno dato la carica”, Arrivabene: “Assumiamo piloti, non maggiordomi”

È un successo a sorpresa quello di Lewis Hamilton nel Gran Premio d’Italia, che si riprende con gli interessi la sconfitta patita a Silverstone, “a casa sua”. Protagonista di una gara tiratissima, fautore di una guida pulita, regolare, aggressiva, il campione del mondo in carica ha potuto centrare il sesto successo stagionale che, col quarto posto di Vettel, gli ha concesso di allungare a +30 in classifica piloti contro i 7 appuntamenti residui in calendario. “È stata una gara dura, ma l’ho trovata anche divertente — ha riferito dopo la bandiera a scacchi — questa stagione si sta rivelando una delle migliori perché è una battaglia molto ravvicinata tra noi e la Ferrari. Oggi è stata decisa da chi commetteva meno errori e, se guardiamo alle gomme, Bottas ha fatto un lavoro fantastico allungando il suo stint ed aiutandomi a riavvicinarmi a Kimi. Anche il team ha fatto un grandissimo lavoro e anche io credo di aver dimostrato un buono stato di forma, quindi sono contento“.

“I fischi mi hanno dato forza!

Ma il quattro volte campione del mondo è stato brutalmente coperto dai fischi durante la cerimonia di premiazione: “Non direi che la nostra vittoria sia stata un miracolo, credo che prima della gara ci sono stati tanti tifosi della Ferrari che hanno espresso molta negatività nei miei confronti, ma questo mi ha caricato e mi ha dato una spinta ulteriore. Anche quando vedo tante bandiere inglesi, mi danno tanta forza. Forse quello è stato il vero miracolo di oggi“. E in merito al contatto del primo giro con Vettel, The Hammer la pensa così: “Alla curva 1 ho visto con sorpresa che Sebastian si è portato sulla sinistra e alla curva 2 c’è stato anche un piccolo contatto tra noi due. Quando siamo arrivati alla curva 4, Sebastian si è spostato prima all’interno e poi all’esterno di Kimi ed ho pensato che quella potesse essere la mia opportunità. Ho cercato di tenere l’esterno, perché pensavo di poter trovare il varco giusto ed in effetti lo spazio c’era. Penso che lui abbia avuto un bloccaggio e c’è stato anche un piccolo contatto. Lui ha danneggiato un pochino la sua vettura, ma anche io ho danneggiato la mia, anche se sono riuscito a continuare. Il posteriore si muoveva un pochino e mi ha reso la vita difficile, ma non impossibile“.

Vettel non ci sta

Non è la prima volta che Seb sbaglia in questa stagione 2018. È una novità, però, che Vettel non faccia ammissione di colpa, soprattutto in un caso piuttosto plateale: “Ho provato a passare Kimi alla curva 1 e ci ho riprovato alla curva 4. Mi sono spostato verso sinistra, ma Kimi ha coperto la mia manovra, quindi ho provato a rimanere lì per riprovarci in uscita dalla seconda chicane. Hamilton a quel punto ha visto un varco, ma non ho avuto più spazio per fare la curva. Ci siamo toccati e mi sono girato. A quel punto ho pensato: ‘Merda’. Dopo quel contatto la macchina era un po’ danneggiata, ma ho continuato a dare il massimo per la squadra ed i tifosi. Il quarto posto alla fine va bene, ma il primo giro non è stato molto buono per me. Non avevo più spazio dove andare. Lewis non mi ha lasciato spazio, quindi non avevo alternative. Lui l’ha passata liscia ed ha avuto anche fortuna, mentre io ho avuto sfortuna perché ho riportato anche dei danni quando mi sono girato. Purtroppo la nostra gara è stata rovinata in quel momento. Ho cercato comunque di rimontare il più possibile“.

Ma il mondiale è ancora aperto

Quanto alla classifica iridata, che adesso per lui si complica non poco, Sebastian si è invece mostrato ottimista e poco scosso dalla sconfitta monzese. “Poteva anche andare peggio — ha ribattuto — perché se fosse andata più storta avrei anche potuto fare uno zero. Ci sono ancora tanti punti a disposizione, ma certamente 30 punti sono un bel distacco, anche se con il sistema di attribuzione di punti odierno c’è margine di recupero, anche se non rende la nostra vita più facile. Però è un qualcosa che è già stato fatto anche in passato“.

Arrivabene contro gli ordini di squadra

Tempestiva la reazione del team principal Maurizio Arrivabene, chiamato a commentare l’ordine di squadra Mercedes. Dal team radio del costruttore di Stoccarda, infatti, è giunto esplicito il comando a Bottas di frenare Raikkonen: la condotta di Valtteri è stata poi decisiva per sancire la vittoria di Hamilton. Dice allora Arrivabene: “Noi dobbiamo guardare in casa nostra, ma credo che su questo argomento comunque la fai, la sbagli. Ho sentito quello che diceva Rosberg, ma non so gli avrebbe fatto piacere subire gli ordini di scuderia quando doveva lottare contro Hamilton. Noi assumiamo dei piloti, non dei maggiordomi. Oggi anche se avessimo voluto dare l’ordine di squadra, sarebbe stato impossibile, perché è sempre molto pericoloso farlo in partenza. Eventualmente lo si può dare nel corso della gara. Mancano sette gare, bisogna andare giù a testa bassa e non darsi per vinti fino alla fine. Io non ho sentito quello che ha detto Sebastian, ma mi fa piacere che sia allineato con noi. L’importante adesso è analizzare i dati, capire cosa è successo e poi guardare avanti. 30 punti nel piloti e 20 nel costruttori sono tanti, ma abbiamo visto quest’anno che basta un’uscita di pista e volano via 25 punti. L’affidabilità quindi avrà un ruolo fondamentale, così come lavorare sereni e focalizzati sui nostri obiettivi“.