Vai al contenuto
Messaggio pubblicitario

MotoGp, dal Dottor Costa le scuse a Valentino per i fatti di Mugello 2010

MotoGp, dal Dottor Costa le scuse a Valentino per i fatti di Mugello 2010

Il Dottor Costa è certamente uno dei personaggi, pur non avendo mai corso in pista, entrati nella storia del motociclismo. Gli appassionati praticamente ad ogni gara lo hanno sentito nominare e hanno apprezzato il suo tempismo nel correre sul circuito non appena un pilota avesse una necessità. Nonostante il suo ritiro sia avvenuto nel 2014, sostituito dal dottor Zaza, il medico non dimentica i rapporti costruiti con tanti centauri, alcuni dei quali rimasti in modo indelebile nel suo cuore. Ormai da qualche tempo, però, con Valentino Rossi il legame si è raffreddato e questo non può che generargli un grande dispiacere.

Un infortunio causa della rottura

È bastato un semplice infortunio in occasione del weekend al Mugello del 2010 a incrinare i rapporti tra il Dottor Costa, per anni a capo della Clinica Mobile nella MotoGp, e Valentino Rossi. Un momento che difficilmente il numero 46 può dimenticare, vittima di un infortunio che gli avrebbe poi impedito di scendere in pista per la gara.

Il pilota Yamaha aveva in parte attribuito quella situazione proprio al medico. “Io con Valentino è un po’ che non parlo. L’ho sempre aiutato, ho fatto delle cose magnifiche con lui. Quando lui aveva una spalla malandata e io l’ho preparato per Le Mans, ha fatto pole ed era arrivato secondo a pochi millesimi da Lorenzo. Al Mugello pensavo di giocarmi la carta vincente e vederlo sul podio… Mi ha detto che gli era stato confessato che le mie terapie potevano aggravare la sua situazione e che sarebbe stato costretto ad operarsi a fine stagione. A quel punto gli ho detto che io non ho mai fatto niente per aggravare le situazioni di ogni pilota” – ammette Costa.

Il Dottore ci tiene a ribadire di avere fatto sempre il possibile per aiutare questi suoi “clienti” speciali: “Lui sa quante volte sono riuscito a farlo montare sulla moto anche in condizioni difficili, come febbre sopra i 40, o quando dopo l’incidente col padre gli dissero che non avrebbe potuto più correre per un trauma cranico. Invece io lo portai a correre in Indonesia e fece primo – continua -. Gli ho detto che se lui pensava una cosa del genere offendeva la Clinica Mobile dove era stato fatto di tutto e di più per curare i piloti. Per cui non volevo che entrasse più nella Clinica. Il giorno dopo quando lui si è rotto la gamba l’ho curato io e gli altri si sono presi il merito”.

Un grande rammarico

Non avere più il rapporto di un tempo con Valentino Rossi ha generato grande dispiacere nel Dottor Costa, che ha sempre fatto il possibile per supportare ogni pilota in difficoltà. Nonostante tutto, il medico qualche anno fa aveva curato anche il papà del “Dottore”, Graziano, coinvolto in un incidente in moto.

A distanza di anni ora è possibile guardare con più serenità a quanto accaduto e riconoscere quindi eventuali errori commessi: “Nel libro dedicato a Marquez ho chiesto scusa a Valentino perché da medico avrei dovuto accettare questo suo dubbio, cercare di comprenderlo facendogli capire che non avrei mai fatto nulla di male contro di lui, se non cercare di rimetterlo in piedi per fargli vincere la gara e il campionato del mondo. Quando alla fine dell’anno si è operato lo stesso mi aspettavo che venisse da me ma non lo ha fatto e questo mi ha fatto perdere di vista il mio obiettivo primario: aiutare sempre ogni pilota“.

L’ammirazione nei confronti del pilota italiano, che a 38 anni continua ad avere la passione di sempre ogni volta che scende in pista, resta comunque intatta: “Questo suo modo di evocare il talento quasi dandogli un aspetto ludico è quello che piace a tutti, il fanciullo fa parte di tutti noi ma ce lo dimentichiamo mentre Valentino è rimasto legato è paradossalmente ciò lo rende grande“.