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MotoGP, Kenny Roberts: “Nessuno come Valentino Rossi”

MotoGP, Kenny Roberts: “Nessuno come Valentino Rossi”

In un video prodotto dal sito ufficiale della MotoGP, i grandi del passato tessono le lodi di Valentino Rossi. La stagione del “46”, caratterizzata da una situazione di grave arretratezza tecnica della Yamaha, è controbilanciata da una serie di prestazioni convincenti del pilota italiano, capace di mascherare il più delle volte, i problemi della M1. Lo stato di forma del nove volte iridato non è passato inosservato agli occhi delle leggende del passato, colpiti dalla longevità del loro illustre collega.

Credits: MCN

“È incredibile il modo con cui trova la motivazione”

L’era moderna della MotoGP è dominata dagli spagnoli, dal 2012 ad oggi i titoli mondiali sono stati suddivisi tra Marc Marquez e Jorge Lorenzo, tuttavia c’è ancora chi riconosce in Valentino Rossi il volto del motomondiale. I risultati del “Dottore” non sono gli stessi di 10 anni fa, ma il talento misto al lavoro gli consentono di essere competitivo tutte le domeniche, nonostante i 39 anni d’età. L’incredibile longevità di Rossi è argomento di discussione tra i grandi nomi del passato, in primis Kenny Roberts, il tre volte campione del mondo americano elogia così il compagno di marca: “Rossi non si può confrontare con nessun altro. Di Valentino Rossi ce n’è uno solo. A 39 anni è ancora in lotta per il titolo, è qualcosa che ha proprio nel sangue. Chapeau! È un pilota eccezionale“.

Kenny Roberts parla di Valentino Rossi –  Credits: Motogp.com

Le parole di Roberts riportate da InSella non sono le uniche in merito al momento di forma e all’incredibile resistenza di Valentino Rossi. Casey Stoner, storico rivale di Valentino spiega i motivi del successo del 9 volte iridato: “Valentino se continua a lavorare sarà veloce, non penso che ci sia un limite di età in MotoGP. Credo che se non hai ferite gravi, il tuo corpo non cala e ti diverti, perché smettere?”. Doveroso riportare anche le parole del 15 volte iridato Giacomo Agostini: “È difficile dire qualcosa sulla scelta di Rossi, ma penso che gli piacciano le motociclette, la competizione, l’ambiente, ed è difficile ritirarsi. Mi è successa la stessa cosa, piangevo da tre giorni quando ho deciso di smettere di gareggiare. Ma è bravo, è ancora veloce ed è felice, perché non continuare?”. Infine, è la volta di Wayne Rainey, che ha infiammato la top class a cavallo degli anni 80\90, a dispensare elogi: “È incredibile quello che fa, ha sempre un sorriso sul volto. Non lascia mai che i brutti momenti lo affondino e questo è molto importante in MotoGP… Penso anche che sia a suo agio, circondato da una buona squadra, dal modo in cui si allena, anche a casa, e ha molti progetti intorno a lui. Gli piace anche essere molto famoso”. 

Rossi con Agostini nei box Yamaha – Credits: Stadiosport

La storia del motociclismo

Per comprendere al meglio il significato di queste parole, bisogna quantificare il peso che queste leggende del passato hanno avuto nella storia del motociclismo. Al di là di Giacomo Agostini, da tutti riconosciuto come uno dei migliori piloti della storia dall’alto dei suoi 15 titoli mondiali, piloti come Kenny Roberts e Wayne Rainey hanno cambiato il volto del motomondiale. Il marziano, com’era soprannominato Kenny Roberts, arrivò in “500” scombussolando tutti i valori in campo, vinse tre titoli mondiali di seguito (dal 1978 al 1980) e rivoluzionò lo stile di guida dell’epoca, con lui sempre più improntato con il ginocchio verso terra! Con Wayne Rainey la scuola americana toccò l’apice della sua produzione di talenti, tre titoli mondiali anche per lo storico rivale di Kevin Schwantz, dal 1990 al 1992, con il quarto mancato nel 1993 in seguito al pauroso incidente di Misano, che ad oggi lo costringe alla sedia a rotelle.