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Fenati, pronto a ricominciare: “Sono caduto in provocazioni”

Fenati, pronto a ricominciare: “Sono caduto in provocazioni”

Il 2018 è stato certamente un anno da dimenticare per Romano Fenati, finito nell’occhio del ciclone per un gesto, decisamente contestato, commesso a Misano dove è arrivato a toccare il freno di Stefano Manzi. Le critiche sono state feroci fino alla decisione della sua scuderia, il Marinelli Snipers Team, di licenziarlo. La squalifica era stata immediata, ma ora che la sanzione è alle spalle lui è pronto a mettersi tutto alle spalle e a tornare in pista in Moto3 proprio con il gruppo che inizialmente lo aveva abbandonato.

Una seconda possibilità da sfruttare al meglio

Riuscire ad avere la possibilità di rimediare a un errore rappresenta un’occasione da sfruttare appieno per dimostrare di avere compreso di avere sbagliato e di ripartire con maggiore consapevolezza. Questa opportunità non è purtroppo concessa a tutti, ma quando accade è fondamentale capire quanto si sia fortunati e dare il massimo. È il caso certamente di Romano Fenati, sommerso dalle polemiche diversi mesi fa per avere provato a fermare un avversario in modo scorretto con un gesto che avrebbe potuto essere pericoloso per entrambi.

La squalifica è ormai alle spalle e ora il ragazzo ha l’opportunità di rimettersi in gioco sempre con il Marinelli Snipers Team. In questi mesi ha cercato però di mettersi in disparte e, come aveva promesso, ha provato a ricominciare in una veste a lui totalmente inedita, presso la ferramenta di famiglia. È mamma Sabrina a raccontare come il figlio si stia impegnando: “Si sveglia tutte le mattine e senza dire nulla viene a darci una mano” – ha raccontato ai microfoni de La Gazzetta dello Sport.

Correre in Moto3 non rappresenta però per lui un aspetto del tutto negativo: “Non so chi ci correva l’anno scorso e chi si è iscritto quest’anno, a parte Tony Arbolino che sarà mio compagno. Parto e all’arrivo vediamo chi è arrivato primo“.

Romano Fenati in pista (Foto: Twitter)

Un momento indimenticabile

Impossibile per lui non ricordare quel gesto che ha scatenato tante polemiche e che lo ha fatto finire in una luce diversa: “Quel gesto? È l’indignazione della società – continua -. Sono caduto in provocazioni. Vari episodi, varie situazioni, varie volte e in varie date, non solo quella gara. Ci sono piloti che sono così e altri più corretti. Nessuno è santo, per carità, tutti possono sbagliare. Ma io non sono interessato a buttarti a terra. Se vinco per merito bene, ma entrare per fare il fenomeno e cadere entrambi non fa per me. Manzi ha sempre preso multe, quindi è fatto così“.

Il gesto commesso da Fenati ai danni di Manzi a Misano (Foto: MotoGp)

A distanza di tempo riesce anche a scherzarci su: “Qualcuno ha persino fatto notare che è talmente complicato toccare il freno a un altro in corsa che per il gesto tecnico meriterei di andare diretto in MotoGP” – ha raccontato con ironia.

A quel momento sono poi seguite le sanzioni, ma soprattutto tantissime critiche, una fase che segnerebbe anche il più imperturbabile. È lui a rievocare l’accaduto: Sono stato sentito in direzione gara, con Manzi, e tutto sembrava tranquillo. Ci siamo spiegati e stretti la mano, ho chiesto scusa perché il mio, a differenza dei suoi, è stato un gesto plateale. Ho preso due gare di squalifica, che nel calcio sono poche ma nelle moto sono tantissime. Pensavo fosse finita lì“. Quello era però solo l’inizio.Tutto il resto, dal togliermi la licenza al licenziamento, come in un domino lo hanno scatenato i social. Sono una Corte vera e propria, che ha emesso un giudizio molto più velocemente dei tribunali normali e mi ha condannato senza appello. Mi avevano già costruito la bara. Ammetto le mie colpe, con l’attenuante dell’adrenalina, ma chi minaccia di morte dal divano non ha adrenalina. Era diventato di moda insultarmi. Su Instagram una persona, ancora oggi, una volta a settimana mi scrive “merda”. Non gli rispondo neanche” – ha concluso.

 

Foto immagine in evidenza: Facebook