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Raikkonen, parla il manager Robertson: “Kimi in Sauber per rimettersi in gioco”

Raikkonen, parla il manager Robertson: “Kimi in Sauber per rimettersi in gioco”

Certi amori non finiscono, fanno giri immensi e poi ritornano. Questo deve avere pensato Kimi Raikkonen quando ha accettato il passaggio in Sauber nella stagione 2019. Dal prossimo anno infatti il pilota finlandese ritornerà alla scuderia che lo ha lanciato nel 2001, scambiandosi di sedile con Charles Leclerc. Uno scambio di piloti che gioverà ad entrambe le scuderie e ad entrambi i piloti, i quali si troveranno ad affrontare nuove sfide.

Raikkonen e la voglia di un ragazzino

Negli scorsi giorni riguardo il ritorno alla scuderia di Hinwil di Raikkonen si è espresso il suo manager, Steve Robertson. Il manager ha prontamente negato che Kimi sia privo di stimoli per via del suo passaggio su una monoposto competitiva, sottolineando come abbia ancora la voglia di correre in Formula 1 di un ragazzino: Kimi ama guidare monoposto di Formula Uno ed essere al limite. La gente pensava che, dopo aver guidato così tanti anni per la Ferrari, avrebbe deciso di ritirarsi andando così sul suo yacht per godersi la vita. Lui lavorerà con il team per cercare di migliorare le cose e sa a cosa va incontro. Sa benissimo che le vittorie non arriveranno, tranne casi eccezionali. Sa benissimo che non ritroverà la stessa situazione di competitività vista in Ferrari, ma porrà la sua attenzione allo sviluppo facendo così progredire la Sauber.

Kimi Raikkonen alla guida della SF71H (Foto:F1inGenerale)

Libertà di movimento

Robertson ha poi puntualizzato come in Sauber non abbiano voluto un pilota pagante rispetto ad altre case: “Ora la situazione della Sauber è differente rispetto a quella di due anni fa. L’ingaggio di Kimi mostra le loro intenzioni e ambizioni, avrebbero potuto prendere un pilota pagante e invece hanno optato per un campione del mondo. Il manager ha ammesso come, in Sauber, Iceman avrà più libertà di movimento rispetto alla Ferrari, un po’ come ai tempi della Lotus: “La gente mi diceva che in quel periodo Kimi era più tranquillo. All’epoca Eric Boullier mi disse che non chiedevano molto a Kimi. Sapevano cosa lo rendeva felice e cosa no, volevano che fosse se stesso. In team come la Ferrari c’è una struttura aziendale più articolata rispetto ad altre scuderie”.

Kimi Raikkonen durante il GP di Singapore (Foto:F1inGenerale)