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ADAC Opel e-Rally Cup: il campionato ecologico di Opel

ADAC Opel e-Rally Cup: il campionato ecologico di Opel

Una lunga tradizione accompagna la casa automobilistica di Opel, infatti fin dal 1988 l’azienda ha avuto grande interesse nell’unione tra motori ed ecologia. La nuova Opel Corsa-e Rally farà da protagonista in questo campionato monomarca. Le iscrizioni sono state chiuse il 31 gennaio scorso e le prime gare di qualificazione si svolgeranno quest’estate.

L’auto da rally 100% elettrica

La Corsa-e Rally, presentata al Salone di Essen lo scorso anno, sarà la vettura affidata ai team per l’ADAC Opel e-Rally Cup. L’auto è dotata di un motore elettrico sincrono da 136 CV e 260 Nm di coppia e una batteria da 50 kWh. Differenziale Torsen ed impianto frenante con sistema di recupero dell’energia. Per il momento però verranno costruite 20 vetture il cui prezzo sarà inferiore ai 50000 euro ciascuna. Come riporta Formulapassion, Jörg Schrott, Director Opel Motorsport, ha affermato: L’obiettivo è fornire ai team clienti un’auto rally totalmente affidabile, facile da guidare e potente, che consenta all’ADAC Opel e-Rally Cup di avere lo stesso successo della competizione precedente, l’ADAC Opel Rally Cup”. Per testare le prestazioni della vettura bisognerà comunque aspettare l’ADAC Saarland-Pfalz Rallye del 21 e 22 agosto: i primi due dei dieci eventi previsti nel biennio 2020/2021.

La storia della Opel “green”

Già dal 1988 Opel ha voluto investire nel campo dell’automobile a basso impatto ambientale. L’obiettivo era conciliare i concetti di potenza ed ecologia. All’epoca sembrava qualcosa di impossibile. Eppure Opel fu la prima a costituire un campionato monomarca con motori catalizzati. Le vetture utilizzate furono Kadett-E GSi 16V da a 155 CV. Progettate per la competizione da Lotus e costruite da Raynard, portarono Opel alla prima vittoria. La prima auto con convertitore catalitico a vincere il Sachs Winter Rally nel 1990. Era la prima prova del Campionato Europeo che tra l’altro, ha visto sbocciare talenti come Mika Hakkinen, Rubens Barrichello e Pedro Lamy.

Foto in alto: Pixabay