Ammortizzatori: ecco quando e perché devi cambiarli

Gli ammortizzatori sono una delle parti più essenziali e importanti della macchina. Che siano all’avanguardia o un po’ attempati, gli elementi centrali dell’elastocinematica possono creare notevoli problemi all’automobilista: con questo articolo cerchiamo di fornire delle dritte al riguardo.

Il ruolo degli ammortizzatori è, notoriamente, quello di smorzare le oscillazioni causate dall’aderenza al terreno del mezzo, gestendo la compressione e l’estensione delle sospensioni. Se riuscite a percorrere strade accidentate e buche senza particolari problemi lo dovete al loro lavoro, senza di essi sarebbe quasi impossibile viaggiare. Un’auto priva di sospensioni sarebbe infatti soggetta a un continuo sbandamento dell’abitacolo, poiché le vibrazioni non verrebbero assorbite a livello delle ruote.

Nonostante non se ne parli molto, gli ammortizzatori necessitano di una precisa manutenzione. È doveroso controllarli periodicamente per evitare che una loro piccola usura possa avere un catastrofico impatto negativo su altre parti della vettura ed essi connesse.

Vediamo, allora, quando, come e perché occorre cambiare gli ammortizzatori:

1) Le avvisaglie 

Numerosi possono essere i primi segnali di cedimento degli ammortizzatori, tutti riscontrabili alla guida. Occorre un controllo dal meccanico, ad esempio, qualora notaste un aumento dello spazio di arresto in frenata con il muso dell’auto che tende ad affondare o il posteriore che si spinge verso l’alto.

Altre avvisaglie di usura possono essere degli accentuati fenomeni di sottosterzo o sovrasterzo: quando, insomma, la vostra auto allarga o chiude le curve in modo anomalo, richiedendo impegnative correzioni di traiettoria. Attenzione anche ai rumori. Quando in prossimità di buche la vettura stride, un giro in officina è d’obbligo. Infine, tenete presente che ammortizzatori consumati possono essere responsabili di un’usura irregolare dei pneumatici.

2) Le sensazioni

Più nascosti rispetto ai fenomeni precedentemente descritti, ma sicuramente più indicative dell’usura degli ammortizzatori, sono una serie di sensazioni percepibili al volante: innanzitutto un aumento del rollio – quando in curva c’è la parvenza di un eccessivo caricamento dell’automobile – ma anche la percezione di instabili vibrazioni e oscillazioni su asfalto irregolare e ad alte velocità.

Notifica di ammortizzatori esauriti è inoltre lo sfarfallio dei fasci luminosi di notte, anche su strade prive di irregolarità.

3) I numeri

A livello indicativo, al di fuori da quelli che possono essere i sintomi di usura, è bene effettuare un controllo della coppia di ammortizzatori ogni 30mila km, sostituendone le parti almeno ogni 80mila-100mila km, con tanto di ricambio dei tamponi di fissaggio. Non dimenticate che i consumi di carburante aumentano sensibilmente con gli ammortizzatori a fine vita.

Una buona pratica sarebbe quella di richiederne un’analisi ad ogni tagliando.

4) Una piccola chiacchiera

Per ogni chilometro di strada percorsa gli ammortizzatori devono subire più di 5mila sollecitazioni diverse. Un valore che cresce esponenzialmente quando l’asfalto non è omogeneo. E nelle città italiane non sono pochi i tratti di strada irregolari o comunque non puliti: ne conviene che gli ammortizzatori vengono stressati abbastanza, soprattutto in concomitanza ad uno stile di guida brillante e aggressivo. Montare ammortizzatori validi e perfetti non è solo un vezzo ma un modo per garantirsi stabilità e sicurezza.

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