Vai al contenuto
Messaggio pubblicitario

Il Museo Ferrari celebra i successi del “Cavallino” alla 24 ore di Le Mans

Il Museo Ferrari celebra i successi del “Cavallino” alla 24 ore di Le Mans

Il fascino della Ferrari resiste inalterato negli anni. Il 2019 che ormai volge al termine ha segnato un duplice traguardo: i 90 anni dalla fondazione e i 70 anni dalla prima vittoria alla 24 Ore di  Le Mans, avvenuta in occasione della prima edizione che si è tenuta dopo la pausa dovuta al secondo conflitto mondiale. Un momento che merita di essere opportunamente omaggiato attraverso una mostra che si terrà presso il Museo Ferrari a partire dal prossimo 15 gennaio.

Un successo da celebrare

Si deve risalire al 1949 per rievocare la prima vittoria della Ferrari alla 24 Ore di Le Mans, gara che si svolge annualmente presso il Circuit de la Sarthe, nei pressi della città francese. A tagliare il traguardo davanti a tutti sono stati Luigi Chinetti e Lord Selson, alla guida di una Ferrari 166M. Pochi mesi più tardi, nello stesso anno, l’italiano avrebbe poi trionfato anche alla 24 Ore di Spa, al fianco di Jean Lucas.

E ora la scuderia italiana ha deciso di ricordare degnamente quel momento attraverso un evento che potrà catturare l’interesse di tutti gli appassionati di motori, compreso chi ha potuto conoscere quel momento solo attraverso immagini e i racconti di altri. Presso il Museo Ferrari di Maranello si terrà così la mostra “Ferrari at 24 Heures du Mans”, in programma dal 15 gennaio al 19 aprile 2020.

Le vetture che hanno segnato la storia

L’esposizione vuole essere un’occasione da non perdere per capire meglio le emozioni che si sono vissute nel corso della storia, oltre che per vedere da vicino i modelli che l’hanno segnata: tra questi, non potrebbe ovviamente mancare la 166 MM Barchetta Touring. A dimostrare le potenzialità di questa vettura sono stati proprio i risultati ottenuti: una macchina in grado di fare meglio anche di quelle dotate di cilindrata doppia. Con questa vettura arrivarono al successo Lord Selsdon e Luigi Chinetti nel 1949.

A scegliere una 166M è stato anche la prima coppia di donne che aveva deciso di prendere parte a una competizione così difficile ed estenuante. Betty Haig e Yvonne Simon non riuscirono però ad andare oltre al 15esimo posto nel 1951.

Altro modello Ferrari in grado di regalare soddisfazioni è stata poi la 275 P. Proprio il nome dato dai progettisti di Maranello non era casuale: “P” stava infatti ad indicare prototipo, mentre il numero che la accompagnava indicava la cilindrata. A vincere con questa vettura nel 1964 furono Jean Guichet e Nino Vaccarella.

Alla mostra non mancherà nemmeno la Ferrari 330 P4, evoluzione della 330 P3, con un motore 4.0 V12 da 450 CV rivisto in profondità da Franco Rocchi.

Proprio al Museo Ferrari i visitatori avranno la possibilità di vedere da vicino anche altri due eventi importanti, Hypercars – L’evoluzione dell’unicità e 90 anni – Scuderia Ferrari, la storia completa.

 

Foto: Wikipedia; autore: Wistula; immagine modificata.