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Investimento, l’assicurazione deve risarcire la persona danneggiata

Investimento, l’assicurazione deve risarcire la persona danneggiata

L’assicurazione è chiamata a risarcire la vittima anche se questa è stata investita di proposito. A esprimersi su un tema così controverso è stata la Cassazione, la cui sentenza fa inevitabilmente giurisprudenza. L’indennizzo deve essere concesso anche se l’atto è accaduto anche semplicemente per spaventare o “in segno di avvertimento” nei confronti del malcapitato. A sottolineare questo aspetto sono anche le direttive dell’Unione Europea, che mettono in evidenza il “principio di solidarietà” nei confronti della persona danneggiata.

Il risarcimento è dovuto

Il 20 agosto scorso la Cassazione ha emesso la sentenza 20786/18 che punta a fare chiarezza sui casi si verifica una persona viene investita con l’auto che agisce in modo doloso. L’azione avviene quindi con l’intento di far male a qualcuno. Secondo la Suprema Corte il risarcimento da parte dell’assicurazione non può essere negato. Questo deve accadere anche se il conducente ha agito di proposito con lo scopo di farlo cadere o solo di spaventarlo.

Non è quindi valida la norma generale del codice civile che esclude dal risarcimento «i danni derivanti da fatti dolosi» perché la responsabilità civile da circolazione stradale è peculiare. Fa invece riferimento alle direttive dell’Unione Europea il principio di solidarietà verso il danneggiato.

Atraversamento pedonale (Foto: Studio legale Avvocato Emanuele Cuscela)

La compagnia assicurativa, qualora lo ritenesse necessario, ha comunque la facoltà di rivalersi nei confronti del suo cliente. Chi si è macchiato di questo fatto può quindi trovarsi a gestire una causa in Tribunale: in caso di sconfitta sarà quindi chiamato a restituire al suo operatore le somme spese per l’indennizzo.

La vittima deve essere tutelata

Il principio su cui si basa la sentenza è piuttosto semplice: è necessario privilegiare il punto di vista della vittima piuttosto che quello di chi, al volante, commette un atto che può avere gravi conseguenze. I giudici non hanno fatto altro che fare riferimento al motivo fondamentale per cui sono state introdotte le polizze assicurative, ovvero quello di proteggere chi subisce un danno, indipendentemente dalla sua entità.