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Taxi: decreto del governo contro l’abusivismo

Taxi: decreto del governo contro l’abusivismo

Recentemente sono nate diverse polemiche riguardanti i taxi. Un mese fa i tassisti sono stati protagonisti di una rivolta dovuta all’approvazione dell’emendamento Lanzillotta nel decreto Milleproroghe. Dopo cinque ore di incontro i sindacati dei taxi avevano trovato un accordo col governo, il quale si impegnava a produrre un nuovo decreto ministeriale con regole riviste per Uber e Ncc, sigla per “noleggio con conducente”. Nonostante il decreto per evitare pratiche di esercizio abusivo nell’attività di noleggio con conducente e del servizio taxi fosse pronto, i sindacati hanno deciso di non annullare lo sciopero previsto per giovedì 23 marzo. Né i sindacati dei taxi, né i rappresentanti di Uber sono rimasti soddisfatti dalla nuova proposta del governo; infatti il nuovo decreto risulta troppo permissivo secondo i sindacati dei taxi, mentre secondo Uber non lo è abbastanza.

Il decreto in 5 punti

Il nuovo decreto proposto dal governo ai tassisti prevede cinque punti. Il primo riguarda il contrasto all’abusivismo: vengono date disposizioni attuative al fine di evitare pratiche di esercizio abusivo nelle attività di noleggio con conducente e del servizio taxi.

Il secondo punto riguarda il ruolo delle Regioni: il decreto attribuisce un ruolo importante alle Regioni per arginare il fenomeno dell’abusivismo, prevede infatti un archivio web Ncc e taxi fornendo agli enti la pianificazione dei servizi pubblici non di linea. Il decreto afferma che: “Al fine di evitare fenomeni distorsivi della concorrenza, le Regioni garantiscono la pianificazione dei servizi pubblici non di linea, tenendo conto delle reali esigenze del fabbisogno locale, ai fini del rilascio, da parte dei Comuni, delle licenze per l’esercizio del servizio taxi e delle autorizzazioni del servizio Ncc”.

Il terzo punto riguarda gli Ncc in rimessa senza prenotazioni: senza prenotazione, gli Ncc non potranno più sostare su strada ma dovranno rientrare nell’autorimessa in attesa di tornare in servizio. Il rientro in rimessa non è però previsto nel caso in cui gli Ncc abbiano un pacchetto di prenotazioni.

File illustration picture showing the logo of car-sharing service app Uber on a smartphone next to the picture of an official German taxi sign in Frankfurt, September 15, 2014. A Frankfurt court earlier this month instituted a temporary injunction against Uber from offering car-sharing services across Germany. San Francisco-based Uber, which allows users to summon taxi-like services on their smartphones, offers two main services, Uber, its classic low-cost, limousine pick-up service, and Uberpop, a newer ride-sharing service, which connects private drivers to passengers - an established practice in Germany that nonetheless operates in a legal grey area of rules governing commercial transportation. REUTERS/Kai Pfaffenbach/Files (GERMANY - Tags: BUSINESS EMPLOYMENT CRIME LAW TRANSPORT)

Il quarto punto riguarda l’uso collettivo per i taxi e l’obbligo di non poter rifiutare le corse: “I Comuni o le città metropolitane possono prevedere che i titolari di licenza per il servizio taxi svolgano servizi integrativi quali il taxi a uso collettivo o mediante altre forme di organizzazione del servizio”. Inoltre il servizio taxi non può rifiutare alcuna corsa in partenza dal territorio comunale qualora abbia come destinazione lo stesso comune. I comuni e le città metropolitane che hanno rilasciato le licenze devono monitorare, anche con sistemi di controllo a distanza, il regolare svolgimento del servizio.

L’ultimo punto riguarda la nascita di un registro per le app: il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti si occuperà del registro delle piattaforme tecnologiche di intermediazione tra i soggetti titolari di licenza per l’esercizio del servizio taxi e le imprese titolari di autorizzazione per l’esercizio del servizio di Ncc. Per una gestione più efficiente del servizio sarà consentito l’utilizzo di tecnologie di chiamata a distanza, come radio taxi o applicazioni web che svolgano funzioni simili. Inoltre i soggetti titolari e i gestori delle piattaforme tecnologiche di intermediazione tra i passeggeri e i soggetti con licenza taxi o Ncc devono essere iscritti al registro delle app, devono avere sede legale e domicilio fiscale nell’ambito dell’Ue.