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Tesla: la prima vittima del sistema autopilota

Tesla: la prima vittima del sistema autopilota

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Gli sciacalli non attendevano altro, i detrattori di Elon Musk possono scatenarsi: a maggio un uomo ha perso la vita a Williston, Florida, a bordo della sua Tesla Model S mentra era innestato il sistema di guida semiautonoma Autopilot. La vittima si è scontrata con un mezzo pesante, l’urto è stato fatale. In seguito alla tragedia, stando a quanto comunicato da Tesla, la NHTSA, agenzia americana governativa per la sicurezza, ha aperto un’indagine su pressione della stessa casa.

Dinamica dell’urto. L’incidente è avvenuto 160 km a nord di Orlando, sulla careggiata di un’autostrada. Stando alla ricostruzione degli esperti il veicolo, un rimorchio dal pianale alto, ha attraversato perpendicolarmente la strada in un punto in cui non c’era il guard-rail di separazione tra le carreggiate. La Tesla ha urtato con violenza il fianco destro della vettura, infilandosi sotto il suo pianale: lo scontro è avvenuto sulla soglia del parabrezza. Il conducente della Tesla, che a quanto pare guardava un flim durante il viaggio, non si è accorto di quanto gli stava accadendo intorno e non ha potuto attivare i freni.

Scherzi del destino. L’uomo deceduto è Joshua Brown, 45enne ex militare ora titolare di una tech company: residente in Ohio era uno storico supporter del progetto Tesla. Per fatalità e scherzo del destino appena un mese fa Brown aveva pubblicamente elogiato i sistemi di sicurezza della Model S, raccontando di come l’Autopilot gli avesse salvato la vita evitando una collisione con un mezzo pesante che era sbandato. Il tutto documentato da un video su YouTube.

L’indagine. “Una tragica fatalità“, ha commentato l’ufficio stampa Tesla. “Si tratta del primo incidente mortale dopo oltre 200 milioni di chilometri percorsi con il sistema Autopilot. Negli Stati Uniti, la media è di un incidente mortale ogni 150 milioni di chilometri, nel resto del mondo di uno ogni 96. È importante sottolineare che quella dell’Nhtsa è solo un’indagine preliminare per valutare se il sistema ha funzionato secondo quanto programmato“. Che poi ha aggiunto: “L’incidente è avvenuto in condizioni di luce molto forti e la sagoma alta del veicolo, combinata con la sua posizione perpendicolare alla strada, ha creato le circostanze estremamente rare dell’impatto“.

La nota della casa. La Tesla, nello stesso comunicato, ha tenuto a precisare con insistenza che l’Autopilot è un sistema beta, cioè un dispostivo in via di sperimentazione che deve essere ancora corretto e revisionato, aperto però all’utilizzo dei clienti. “Si tratta di un dispositivo di sola assistenza alla guida – si legge – che richiede di mantenere le mani sul volante in ogni momento e di tenere il controllo (e la responsabilità) del veicolo. Ogni volta che il sistema viene inserito, infatti, un avviso lo ricorda a chi è alla guida, aggiungendo di essere sempre pronto a prendere il controllo della vettura. Tutto questo per garantire che il dispositivo sia sempre utilizzato nella maniera più sicura possibile. Man mano che il numero di chilometri percorsi si allunga e che si verificano situazioni rare che il software può imparare a riconoscere, la probabilità di incidenti diminuisce. L’Autopilot sta migliorando continuamente, ma non è perfetto e richiede ancora che il guidatore sia allerta. Ciò nonostante, utilizzato in collaborazione con chi guida riduce la fatica e migliora significativamente la sicurezza, se comparato alla guida manuale“.