Per quanto i tempi cambino, gli stilemi si evolvano e la tecnologia progredisca, non si può essere un vero appassionato di motociclismo senza riuscire a catturare e a capire la bellezza di alcune moto del passato, soprattutto quelle che hanno determinato la storia delle due ruote.
Ogni decennio, periodo e generazione ha i suoi veicoli cardine: killer bikes, capolavori, opere d’arte, chiamateli come volete; si tratta di mezzi entrati a pieno titolo nel novero dei miti, tanto di chi mastica grasso e catene ogni giorno quanto di chi si limita a girare il polso e rilasciare la frizione. Miti, come detto, divenuti tali per vari motivi: performance, estetica, o magari un film.
Sotto quest’aspetto gli anni Ottanta hanno rappresentato il luogo di consacrazione dello spirito giapponese , non soltanto per quanto riguarda l’automotive ma anche e soprattutto per la cultura popolare in genere, tra tecnologia e spettacolo. Gli esemplari sfornati dalle case nipponiche, sebbene nati propriamente in un periodo precedente, invasero letteralmente il mercato occidentale fino ad influenzarne i paradigmi con le loro forme peculiari e i motori dall’ingegneria avveniristica.
Ecco i 5 modelli di moto più significativi degli anni Ottanta:
1) Suzuki GSX-R
Forse la nipponica più celebre: Suzuki GSX-R.
Nata nel 1984, era munita di una carena bombata destinata ad esser replicata da motociclette di mezzo mondo. Grintosa, che dire, grintosissima: un bolide a pieno titolo che spostava qualche metro in avanti le prestazioni del segmento di mercato. I più ambiti erano gli allestimenti 750 e 1100, sviluppati a partire dalla standard 400. Peculiarità del motore era il raffreddamento misto, ad aria e ad olio, segnando 106 CV di potenza con un peso a secco di soli 179 chilogrammi. Il modello più grosso si conquistò la fama di cavallo indomabile per via della sua difficile manovrabilità.
2) Honda VFR 750
Con la VFR 750 la Honda inaugurò un settore, quel segmento di mercato oggi chiamato sport tourer, contrassegnato da veicoli in grado di conciliare le prestazioni di una sportiva con il comfort delle moto turistiche in piena regola.
Prodotta a partire dal 1985, arrivata in Italia nell’anno successivo, la VFR era progettata con un manubrio decisamente più alto degli standard per facilitare la posizione di guida ed al contempo accrescere la manovrabilità senza tuttavia sacrificarne in potenza e aerodinamica. Telaio rigorosamente racing, carrozzeria monocromatica e 105 CV di potenza con impianto di raffreddamento maggiorato. Inizialmente beveva troppo e il passeggero era scomodo, ma il successo fu pressoché immediato, grazie anche al modello 1000 R.
3) Cagiva Elefant
Gli anni ottanta videro anche il grande exploit dell’enduro, disciplina che prima veniva chiamata anche regolarità. Le moto di questo tipo si ritagliarono una nutritissima schiera di utenti ed appassionati: tra questi spicca la Cagiva Elefant, commerciata in varie cilindrate a partire dal 1984. Prima ad esser partorita fu la 125 Cagiva Aletta Rossa, modellata sull’ingegneria dell’Elefant 750, che correva e vinceva la Parigi-Dakar: monoammortizzatore posteriore e raffreddamento a liquido la rendevano particolarmente affidabile. Ci fu poi spazio per una Elefant 2, con velocità massima di 130 km/h ed una Elefant nel 1986.
Fu sostituita dalla Cruiser, che però non godette della stessa fama.
4) Ducati 851
Era stata da poco acquistata dalla Cagiva, quando la Ducati provò a rilanciarsi con una moto da strada progettata da Massimo Bordi per fare a spalle – in pista e nelle concessionarie – con le controparti giapponesi. Parliamo della Ducati 851, dotata del classico motore a distribuzione desmodromica, raffreddato a liquido. Si prestò per qualche stagione alla superbike, riuscendo a vincere un titolo iridato nel 1990 con il francese Raymond Roche. Grande caos nel primo anno di vendite: sebbene la moto fosse stata progettata per ruote da 17 pollici, fu prodotta con una misura inferiore, da 16, creando non pochi problemi alla guida.
5) Yamaha FZR 1000
Per Cycle World, una delle riviste più blasonate e sicuramente più antiche del settore, la Yamaha FZR 1000 fu la moto del decennio, eletta nel 1989. Scatto da 0 a 100 chilometri orari in 2.9 secondi, velocità massima di 270 km/h, design innovativo ma pulito ed essenziale; questi i punti di forza della moto, prodotta a partire dal 1987. La prima versione, chiamata poi Genesis, era nei fatti una supersportiva con telaio in alluminio Deltabox, una soluzione praticamente futuristica per quel tempo.
Il motore era un quadricilindrico raffreddato ad acqua.
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