Alfa Romeo: i 5 modelli più indimenticabili della Formula Uno

L’Alfa Romeo debuttò nelle competizioni già dal 1911, ben prima che la parola Formula Uno nascesse. Era l’automobilismo degli eroi, del romanticismo, delle mulattiere e del fermento. Era il mondo di Alberto Ascari, di Lugi Fagioli, di Enzo Ferrari: una particolare congiuntura storica dal ritmo lento ma dall’evoluzione veloce e imprevedibile.

Quando fu disputato nel 1950 il primo campionato di F1, l’Alfa era l’avanguardia del motorsport. Nel corso della prima stagione conquistò 6 dei 7 Gran Premi presenti in calendario, prendendosi l’iride con Nicola Farina. L’anno seguente bissò il risultato con Juan Manuel Fangio.

Dal 1953 purtroppo il Biscione uscì di scena, su decisione dell’IRI, l’ente pubblico che possedeva la scuderia, a causa della fioritura di una fitta concorrenza che avrebbe indotto all’esborso di sempre più ingenti risorse e somme di denaro.

Il governo italiano non fu più disposto ad investire sull’Alfa, che avrebbe continuato a frequentare il Circus dapprima come fornitore di motori e tornando effettivamente in griglia solo nella poco fortunata parentesi 1979-1985.

Con il 2019 l’Alfa Romeo ha ripreso ufficialmente posto nella massima serie automobilistica. Il nostro tributo alla storica casa di Arese passa attraverso le cinque monoposto più importanti:

Alfa Romeo 177

La vettura del ritorno in Formula Uno, progettata e gestita dall’Autodelta per la stagione 1979, laddove la denominazione “177” identifica l’anno d’inizio del progetto, cioè il 1977.

L’ingegner Carlo Chiti adattò il motore a 12 cilindri contrapposti, già in uso sulla Brabham di Bernie Ecclestone, ad un telaio ad hoc. La 177 fu testata da Vittorio Brambilla e Niki Lauda ma non diede risultati notevoli. Venne utilizzata dallo stesso Brambilla e da Bruno Giacomelli per il Gran Premio del Belgio e Francia, prima di esser rimpiazzata dalla 179. Nonostante il bottino raccolto sia misero, però, la 177 rimane un simbolo di rinascita. Quasi come l’attuale C38.

Alfa 179

La naturale evoluzione della 177, radicalmente cambiata nelle fattezze e nell’ingegneria. L’Alfa 179 (teoricamente furono utilizzate più varianti fra il 1979 e il 1982) introdusse un propulsore inedito con architettura a V con angolo di bancata a 60°. Potranno sembrare dati vuoti ma questa soluzione permetteva di ottimizzare la deportanza, parametro che da quegli anni era divenuto l’indice principale per essere competitivi in Formula Uno. Lo sviluppo non fu comunque ultimato del tutto: la 179 raccolse 14 punti in 61 gare ed una pole position.

Alfa 182

L’Alfa Romeo 182 fu progettata da Gerard Decarouge e rappresenta uno dei primi prototipi costruiti in fibra di carbonio.

Debuttò nel 1982 e partecipò a 15 Gran Premi, condotta da Andrea De Cesaris e il sempreverde Bruno Giacomelli. Alla sua terza gara, il GP di California, De Cesaris ottenne una inaspettata pole position e in quella stesso stagione rischiò anche di vincere il prestigioso appuntamento di Montecarlo: a Monaco, in una edizione caratterizzata da tantissimi incidenti, il pilota italiano si trovò al comando nell’ultimo giro ma esaurì la benzina a pochi metri dal traguardo. Venne comunque accreditato come terzo.

Alfa 158

L’Alfa Romeo 158, chiamata anche Alfetta per via delle sue ridotte dimensioni, è annoverata tra gli annali dell’automobilismo come la monoposto più longeva di sempre, partecipando alle corse di tutto il mondo dal 1938 al 1950 senza rilevanti modifiche all’impianto costruttivo essenziale.

Nata nel 1937 nelle officine di una giovanissima Scuderia Ferrari, a quel tempo reparto sperimentale del Biscione, la sua sigla (158) indicava la cilindrata (1500cc) ed il numero dei cilindri (8). Nel 1950 approdò alla prima stagione di Formula Uno, aggiudicandosi il titolo mondiale grazie a Nino Farina.

Alfa 159

L’Alfa 159 fece il suo trionfale debutto nel corso dell’ultimo Gran Premio del 1950, nel circuito di Monza.

Rappresentò un grande passo in avanti dell’ingegneria, conservando l’impostazione della 158 ma modificando radicalmente la sospensione posteriore, di tipo De Dion. Numeri da record per il biennio 1950-1951: 450CV, 710kg di peso, velocità di punta di 305 km/h. Percorreva 580 metri con un litro di carburante. Con questa monoposto il leggendario Fangio ottenne il primo dei suoi cinque titoli mondiali.

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