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Schumacher, parla Weber: “La famiglia dovrebbe dire la verità”

Schumacher, parla Weber: “La famiglia dovrebbe dire la verità”

Ormai da qualche anno tutti gli appassionati di motori sono in attesa di ricevere notizie finalmente positive sulle condizioni di Michael Schumacher, vittima di un grave incidente sugli sci in Svizzera. Da allora la famiglia ha cercato di preservare il più possibile la sua privacy e quello che si sa è davvero poco. Questo modo di agire però non soddisfa particolarmente Willi Weber, a lungo manager del tedesco e legato a lui da un grande rapporto di affetto.

La chiarezza è fondamentale

Sono tantissimi i tifosi che nel corso degli anni si sono emozionati per le imprese compiute in pista da Michael Schumacher, campione del mondo per ben sette volte. Provare un grande sconforto e senso di impotenza nel momento in cui, a dicembre 2013, è stato vittima di un brutto incidente sugli sci a Meribel, in Francia, è stato quindi più che naturale. Da allora si sa davvero pochissimo sulle sue condizioni: la famiglia vuole preservare il più possibile la sua privacy, anche se recentemente era emersa la possibilità, poi smentita, di un viaggio in America in una clinica specializzata.

Willi Weber, manager del tedesco e suo grande amico, ritiene però che l’atteggiamento della moglie Corinna sia sbagliato: “È un vero peccato che gli appassionati non conoscano le condizioni di Michael – ha detto -. A volte mi chiedo perché la famiglia non racconti a verità. Nessuno conosce le sue condizioni e sarebbe un bene far sapere come sta Michael. È una situazione davvero strana“.

Un grido di aiuto da ascoltare

Non è la prima volta che Weber, legato da un rapporto di stima e affetto con Schumacher, sottolinea la necessità di fare chiarezza sulla situazione del grande Michael. Già un paio d’anni fa il manager aveva rivelato sul suo profilo Facebook di non poter vedere l’ex ferrarista proprio per volontà della moglie: “Corinna mi impedisce qualsiasi contatto con Michael. Ho provato decine di volte a chiederle il permesso per fargli una visita, ma ogni volta senza successo – aveva scritto sul social network –. Non posso dire niente al riguardo, non conosco le ragioni e non capisco. Non so cosa c’è dietro. Ci sono sempre scuse e giustificazioni, recentemente mi è stato detto che era per paura dei batteri. La situazione per me è terribile“. 

Weber, che ha seguito la carriera dell’ex ferrarista per più di vent’anni, gli è sempre rimasto vicino anche al termine della sua carriera. Finora, però, hanno potuto vederlo solo un gruppo ristretto di amici, tra cui Jean Todt e Ross Brawn e questo non può che lasciargli grande amarezza.