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Silverstone, la gara non s’ha da fare… Ma non tutti sono d’accordo

Silverstone, la gara non s’ha da fare… Ma non tutti sono d’accordo

Il weekend che ci siamo da poco lasciati alle spalle è stato decisamente caratterizzato da luci e ombre per gli appassionati di motori. All’emozione per la vittoria ottenuta da Sebastian Vettel, arrivata a una settimana dalla gara di Monza, fanno infatti da contraltare le polemiche generate per la decisione di non correre a Silverstone, dove era in programma il Motomondiale. La pioggia eccessiva e la volontà di preservare il più possibile la sicurezza dei piloti ha portato a questa scelta, ma le critiche nei confronti degli organizzatori non sono mancate.

La sicurezza ha prevalso

I protagonisti del Motomondiale sono tornati da Silverstone senza avere avuto la possibilità di prendere parte ai Gran Premio delle tre classi. Prima di arrivare alla decisione definitiva di cancellare la gara sono state però necessarie ben cinque ore. Tutto questo non ha fatto altro che generare malcontento non solo tra gli appassionati, ma anche tra i protagonisti, costretti ad attendere nella speranza che la situazione meteo potesse volgere al meglio.

Quasi tutti sono sembrati però concordi su quanto potesse essere pericoloso correre su una pista su cui si era depositata un’enorme quantità d’acqua. Il rischio è certamente una componente fondamentale di questo sport, ma tutto deve avvenire nel massimo della sicurezza. E in questo caso la possibilità di andare incontro a incidenti dalle gravi conseguenze non poteva essere esclusa a priori. A condizionare la scelta ha contribuito però anche quanto accaduto nelle prove libere del sabato: Franco Morbidelli ha finito per travolgere Tito Rabat, che si è fratturato tibia, femore e perone.

Una voce fuori dal coro

Il direttore di gara Mike Webb (Foto: MotoGp.com)

A spiegare cosa abbia portato alla decisione finale è stato il direttore di gara Mike Webb: “Siamo stati costretti a cancellare l’evento per l’acqua accumulata in pista, abbiamo tentato tutto il possibile: l’ultima cosa che vogliamo è cancellare la corsa, ma la sicurezza è la nostra priorità assoluta. Abbiamo fatto molti tentativi, anche di poter correre lunedì, cosa che non era possibile e dopo aver consultato i piloti, visto che le condizioni non miglioravano, abbiamo deciso così. Era l’unica possibilità“.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche Franco Uncini, responsabile sicurezza Fim: “Stiamo pensando di aprire un’indagine per cercare di capire quale sia il problema che ha portato a questo inconveniente, ma serviranno circa 6 settimane di tempo. Ora non c’è una vera indagine in corso, faremo un test con auto e moto per cercare di capire se l’asfalto è nelle giuste condizioni e vedremo. Saranno il circuito e l’impresa dei lavori a verificare: noi abbiamo dei requisiti precisi che dicono quali sono le condizioni dell’asfalto, in tanti anni non era mai capitato cosi. Il circuito deve avere le competenze e le capacità di fornire le risposte“.

Andrea Dovizioso e la Ducati esclusi dalla decisione di Silverstone (Foto: Carpassion.it)

Ben diversa è invece l’opinione della Ducati, che sottolinea di non essere stata opportunamente informata sull’accaduto: “Io non sapevo alcunché – dice il team manager Ducati Davide Tardozzie non sono stato invitato all’ultima riunione dell’Irta: prendo atto della cosa ma non è così che dovrebbero essere gestite certe situazioni“. Opinione confermata anche da Andrea Dovizioso: “Mi è parsa una gestione strana della riunione dei piloti, io non c’ero mentre Jorge è stato avvertito da una telefonata: credo che qualche pilota sia andato a parlare, poi altri si siano uniti ed è andata così che qualcun altro non c’era. Credo che si dovrebbero organizzare meglio le cose e parlarne, ma comunque non mi pare ci fossero le condizioni per gareggiare“.

 

Foto immagine in evidenza: AFP