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Carlos Ghosn: dopo la fuga in Libano, l’ex ad di Nissan-Renault accusa il Giappone

Carlos Ghosn: dopo la fuga in Libano, l’ex ad di Nissan-Renault accusa il Giappone

L’ex ad di Nissan Renault, Carlos Ghosn, ha parlato in conferenza stampa della sua rocambolesca fuga in Libano da Tokyo mettendo sotto accusa il sistema giudiziario giapponese. Il 2 gennaio scorso l’Interpol ha emesso un mandato di arresto internazionale contro il top manager.

Carlos Ghosn accusa il sistema giapponese

Sono parole pesanti quelle pronunciate da Carlos Ghosn in una conferenza stampa da lui stesso convocata per poter spiegare i motivi che lo hanno indotto a fuggire dal Giappone. L’ex ad di Nissan-Renault era in liberà vigilata a Tokyo, lo scorso anno era stato tratto in arresto con le accuse di frode fiscale, appropriazione indebita di fondi della sua ex società e abuso di fiducia aggravata.

Il 31 dicembre scorso, si era diffusa la notizia della sua fuga rocambolesca: il top manager sarebbe fuggito nascosto all’interno della custodia di uno strumento musicale dal Giappone al Libano. Come si legge sul Corriere della sera, i motivi della sua fuga vengono così chiariti dall’ex ad di Nissan-Renault: “Non sono fuggito dalla giustizia ma dall’ingiustizia e dalla persecuzione dopo 400 giorni di prigionia“. Poi, ha aggiunto che lo scopo degli interrogatori subìtiera soltanto farmi confessare indipendentemente dalla verità“.

Carlos Ghosn respinge le accuse

Carlos Ghosn ha poi respinto tutte le accuse per cui in Giappone è finito prima in manette e poi in libertà vigilata: “Queste accuse non sono vere e io non avrei mai dovuto essere arrestato“. L’ex ad di Nissan-Renault ha anche chiarito: “Non mi sento al di sopra della legge ma so di avere i mezzi per far emergere la verità“. Contro di lui è stato emesso anche un mandato di arresto internazionale da parte dell’Interpol, la sua resta dunque una posizione critica. Queste sono state le sue parole: “Sono felice per essere ora con la mia famiglia e i miei cari… Dopo essermi battuto per 400 giorni per la mia innocenza e dopo esser stato detenuto in condizioni brutali e contro i principi fondamentali del rispetto dei diritti umani“.

Come riporta Il Sole 24 Ore, Nissan avrebbe condotto un’indagine interna relativa al periodo precedente all’arresto del top manager dalla quale sarebbero emersi “atti di cattiva condotta” di Ghosn e, per questo motivo, sarebbero stati presi del Gruppo tutti i provvedimenti di carattere legale del caso contro l’ex ad per eventuali danni alla società da lui causati.