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Dodge Demon, l’auto che nessuno vuole assicurare: è troppo pericolosa

Dodge Demon, l’auto che nessuno vuole assicurare: è troppo pericolosa

Scegliere la giusta compagnia assicurativa in grado di fornirci le garanzie di cui abbiamo bisogno, magari anche a un prezzo concorrenziale, è fondamentale per chiunque possegga un’auto. Non sempre però fare questa operazione è così semplice. È il caso ad esempio della Dodge Challenger SRT Demon, la vettura apprezzata da chi ama i modelli potenti: è infatti dotata di un motore V8 da 840 CV ed è in grado di passare da 0 a 100 km/h in soli due secondi e mezzo. Nessuna società americana è disposta a dare il servizio richiesto al proprietario.

Una vettura potente e difficile da dominare

Sono tanti gli appassionati di auto che ricercano potenza e grinta quando si trovano a scegliere un nuovo modello, anche se la Dodge Demon non è certamente una vettura adatta a tutti. È infatti dotata di un motore V8 Hemi 6.2 litri Supercharged con coppia di 1.000 Nm. Gestirla al meglio non è certamente semplice. I CV sono ben 840. Non è finita qui: è addirittura possibile impennare e squarciare le gomme se l’acceleratore non viene dosato a dovere.

Le sue caratteristiche impediscono al veicolo di partecipare a gare ufficiali NHRA. È comunque possibile iscriverla come auto da competizione con apposite modifiche a roll-bar e inserendo altre dotazioni di sicurezza.

Una polizza specifica per la Demon

Assicurare una vettura da più 800 CV non appare un’impresa facile. La maggioranza delle compagnie ritiene infatti un modello del genere difficile da gestire da parte di chi non è particolarmente esperto per l’elevata potenza.

Proprio per questo, Dodge ha deciso di venire incontro a chi deciderà di acquistare la Demon offrendo una polizza ad hoc. La proposta è stata stipulata in accordo con Hagerty, un’agenzia specializzata in assicurazioni per auto d’epoca. Il prezzo che i possessori di questa muscle car dovranno sborsare non è però stato rivelato. L’intento della società è quello di affievolire il più possibile la diffidenza degli automobilisti per questo genere di veicoli: “L’industria delle assicurazioni ha avuto le sue responsabilità nel causare la fine della diffusione delle muscle car di prima generazione. Siamo qui per impedire che la storia si ripeta” – ha detto McKell Hargerty, proprietario dell’omonima società.