Vai al contenuto
Messaggio pubblicitario

Binotto “spegne” le polemiche sul ritiro di Vettel: la SF90 non era isolata

Binotto “spegne” le polemiche sul ritiro di Vettel: la SF90 non era isolata

Poteva essere un weekend da favola per le Ferrari, si è trasformato in un semi disastro. Leclerc è arrivato terzo, Vettel non ha concluso la gara e le due Mercedes hanno piazzato la doppietta “decisiva” che mette la parola fine a qualsiasi velleità di rimonta. L’uscita di scena di Vettel ha danneggiato doppiamente la Ferrari: ha perso la possibilità di fare la doppietta sul podio e ha consentito alle Mercedes di agguantare e superare Leclerc. Come è potuto accadere? Semplice.

L’uscita di Vettel e il suo sostare sulla pista ha comportato l’ingresso della Safety Car, la Mercedes ha risparmiato un pit-stop e così è riuscita a superare la rossa di Leclerc. I più malintenzionati hanno espresso i loro dubbi su questo “parcheggio” di Vettel ma Binotto ha spiegato che Vettel è stato impossibilitato a portare la Ferrari ai box a causa della rottura della centralina dell’Ers.

Una sosta a 100 metri dall’ingresso della pitlane

L’ingresso della Safety Car è stata una manna dal cielo per le Mercedes, che hanno effettuato un doppio pit stop risparmiando quei secondi preziosi che gli hanno consentito di rimanere davanti alle Ferrari. “Abbiamo avuto un problema alla centralina della power unit – ha spiegato Binotto – e abbiamo perso l’isolamento della monoposto. E per motivi di sicurezza abbiamo dovuto fermarci immediatamente”.

Una situazione davvero sfortunata, perché dopo 100 metri c’era l’ingresso della pitlane e se Vettel fosse riuscito a entrare, non si sarebbe attivata la safety. “È un vero peccato, perché forse 100 metri dopo c’era l’ingresso della pitlane, ma è stata presa la decisione che ovviamente ha messo la sicurezza davanti a tutto. Se il problema fosse stato su un’altra parte della vettura forse ci saremmo fermati in una posizione diversa. Ma a Seb è stata data un’istruzione: appena puoi, fermati”.

Polemiche e gerarchie, la faccia triste di Sochi

Nulla accade per caso, sostengono molte persone. E a Sochi è accaduto qualcosa che non può non essere analizzato con particolare attenzione. Il Gran Premio di Russia ha dimostrato che per la Ferrari la questione delle gerarchie sta diventando di primaria importanza.
Binotto ha confermato che inizialmente la strategia era quella di “favorire” Vettel: “Avevamo chiesto a Charles di concedere la scia a Seb per essere primo e secondo al primo giro, forse avremmo dovuto essere più chiari con lui prima della gara. Cambiare le posizioni subito non sarebbe stato ideale. La partenza è stata naturale e normale, non è che Charles ha concesso la scia, ma se l’è presa Vettel. Sono contento per Seb, ha tenuto un bellissimo ritmo e aveva oltre quattro secondi ad un certo punto su Leclerc”.
In quel “forse avremmo dovuto essere più chiari” sembra nascondersi tutto l’imbarazzo di un team che è in evidente difficoltà nella gestione dei due campioni, che durante la gara hanno mostrato di essere tutto fuorché alleati. Ad acuire questa situazione ci ha pensato il caso, con la sosta di Vettel e l’ingresso della Safety Car che ha (difatto) impedito a Leclerc di conquistare una probabile vittoria…