Vai al contenuto
Messaggio pubblicitario

Alimentazione ad idrogeno, futuro del settore mobilità

Alimentazione ad idrogeno, futuro del settore mobilità

La svolta green è da anni ormai un tema centrale nel mondo dei motori. Nel Regno Unito è stato varato un provvedimento che prevede, dal 2030, il divieto di vendita di vetture a benzina e diesel, provocando anche la protesta del mondo dell’industria.

La Cina, invece, punta sull’idrogeno con la SAIC Motor Corporation Limited, che ha annunciato la produzioni di dieci veicoli così alimentati.

Di idrogeno si è parlato anche al #FORUMAutoMotive lo scorso 15 gennaio, come riportato da Ansa.

Il trasporto pesante passa all’idrogeno?

Pierluigi Bonora è il promotore di #FORUMAutoMotive, un webinar che ha affrontato il tema dei motori ad idrogeno: “L’elettrico è un mantra al centro dell’attenzione da anni e l’idrogeno può rappresentare un notevole passo in avanti. Il trasporto pesante è il candidato numero uno per passare dalle parole ai fatti, ma ancora una volta infrastrutture e distribuzione latitano“. Ed ancora: “Ci sono soltanto le linee guida. Ma resta da chiarire un elemento sottovalutato della transizione: se lo Stato dovesse rinunciare alle tasse che gravano sui carburanti convenzionali, dove andrà a recuperare i fondi che oggi sono assicurati dalle accise?“.

Per Domenico De Rosa, amministratore delegato del Gruppo Smet, è importante che si prenda in considerazione la sostenibilità economica delle aziende: “Non basta essere innovativi, serve accessibilità, con i costruttori che devono essere garanti di accessibilità. Ma la sostenibilità non deve essere solo ambientale, deve essere anche economica per le aziende“.

Cosa serve per la svolta green

Per Paolo Starace, presidente di Unrae Veicoli Industriali, l’idrogeno è certamente il futuro: “Siamo tutti convinti sul fatto che il futuro sarà a emissioni zero, ma serve una coerenza d’azione perché le problematiche e i colli di bottiglia che ostacolano l’elettrico potrebbero ripresentarsi anche con l’idrogeno”.

Giuseppe Marotta, amministratore delegato di BeMobility, componente della Euopean Clean Hydrogen Alliance, vede per l’Italia un possibile ruolo centrale: “L’Italia si candida come hub internazionale, come già lo è per il gas; la sfida si gioca sull’abbattimento dei costi, con l’obiettivo di arrivare a 2 dollari/kg per l’idrogeno verde. Sarà importante – sottolonea – sincronizzare i progetti e realizzarli in modo razionale per utilizzare i sussidi efficacemente“.

Secondo Gianandrea Ferrajoli, presidente di Federauto Trucks, non si passerà ad automobili solo green, ma ci sarà una transizione: “Non credo che nel 2030 il gasolio sparirà e l’elettrico sarà l’unica alimentazione. Lo scenario più verosimile per il settore dei trasporti, a quella data, potrebbe essere questo: diesel pulito ancora oltre il 50 per cento, idrogeno 10 per cento, Lng 15 per cento, il resto elettrico per un uso cittadino“.

Leggi anche:

La Cina punta sull’idrogeno

Il Regno Unito bandisce i combustili inquinanti

Inghilterra: industrie contro il bando ai motori termici entro il 2030